Data | 02-07-2019 |
Categoria | Attualità |
Fonte | Amici della Parrocchia di San Giuseppe di Monza |
Una domenica come tante, una gita come tante, ma questa è diventata speciale.
Siamo un gruppo di amici della Parrocchia di San Giuseppe di Monza e oggi, sapientemente guidati dall’appassionato Francesco, preparatissimo e vero esperto della zona, siamo alla scoperta dell’Adda Vinciano e dei suoi innumerevoli tesori. La giornata è bellissima, il caldo è torrido ma la camminata piacevole. Scopriamo, così, dighe, canali, centrali elettriche, il ponte di Paderno e la sua geniale struttura: Francesco è un pozzo di sapere, e via via, camminando lungo il fiume ed il suo corso, arriviamo fino allo Stallazzo, antica stazione di sosta e di cambio dei cavalli. Il tempo di ritemprarsi e di prenotarsi per il pranzo e ripartiamo.
Subito dinnanzi a noi si apre alla vista un’invitante scalinata attorniata da due file di palme, che attira la nostra curiosità, anche perché sembra un’apparizione irreale, uscita improvvisamente dalla boscaglia: bianca, candida, pulita, perfetta, sembra di entrare in un altro mondo. Francesco ci presenta, così, la nostra prossima guida, Fiorenzo (da noi subito soprannominato “il Mandelli”per via di un’omonimia con uno dei nostri). Fiorenzo è (l’angelo) custode della Rocchetta, o meglio, del Santuario di Santa Maria della Rocchetta. Organizzatissimo, con tanto di microfono per non farci perdere nemmeno una parola , il Mandelli, no dai… Fiorenzo, è un fiume in piena: energia ed entusiasmo sono doti che non gli mancano e con le quali sa contagiare i suoi ospiti.
Da quando è andato in pensione non è certo stato con le mani in mano e nemmeno è andato a guardare i lavori dei cantieri con le mani dietro la schiena: si è rimboccato le maniche e ha preso in custodia un cumulo di rovi abbandonati all’incuria più totale, erbacce e vegetazione allo stato brado e da lì ha iniziato a ripulire, falciare, rastrellare, raccogliere, sfoltire, abbattere, sistemare e ricostruire, riportando alla luce con arte maieutica la splendida chiesetta così come appare oggi a noi. Il lavoro è stato duro, lungo e faticoso ma Fiorenzo ha lavorato quotidianamente ad ogni angolo della Santuario come se si trattasse di casa sua: ha raccolto, piallato, scartavetrato, oliato, verniciato, sistemato, ripulito e adornato con amore, cura ed attenzione.
Il suo è un vero e proprio instancabile lavoro quotidiano e così oggi la Rocchetta, i cui battenti venivano aperti solo una volta l’anno, è meta quotidiana di turisti, pellegrini in preghiera (il Santuario è inserito nella route di pellegrinaggio del cammino di Sant’Agostino), gruppi di amici come noi, avventori casuali e non. Se non fosse stato per lui noi oggi non potremmo beneficiare di questo gioiellino che affonda le sue origini nel passato: scavi archeologici, infatti, hanno riportato alla luce addirittura una cisterna romana collocabile attorno al V secolo a.C. - Fiorenzo ci accoglie come si accolgono vecchi amici. Ci spiega ogni cosa, con dovizia di particolari, catturando sempre la nostra attenzione e, visto che tra di noi ci sono alcuni bambini, si rivolge principalmente a loro, spiegando come Leonardo da Vinci, studiano e sfruttando le leggi della natura, abbia saputo mettere in opera meccanismi geniali che Fiorenzo spiega ai piccoli con parole semplici, aiutandosi con oggetti costruiti da lui stesso per farne capire meglio il funzionamento.
Spiega, racconta, ci entusiasma, risponde pazientemente e con cognizione alle domande di grandi e piccini: ci parla di architettura, di fisica, di arte e di religione: ci interroga e ci fa notare particolari importanti e curiosi che, altrimenti, sarebbero passati inosservati ai nostri occhi. Resteremmo con lui per ore, è una fonte inesauribile di dati e notizie. Ci piace! Fiorenzo è un grande! Ce ne fossero un po’ di più di “Fiorenzi” nel nostro paese……
Terminata la visita scendiamo a pranzare allo Stallazzo e lo invitiamo ad unirsi a noi. In questo modo possiamo assistere tutti insieme anche ad un piccolo “miracolo” della Madonnina della Rocchetta che assiste un ciclista colto da malore fino all’arrivo dell’elisoccorso che lo trasporterà in ospedale per ricevere le cure che gli salveranno la vita. Grazie Madonnina! E grazie Fiorenzo!
Grazie per il tuo lavoro, il tuo impegno, la passione, la dedizione, la disponibilità, la simpatia. Grazie per aver fatto tutto questo per noi, per permetterci di godere appieno della “tua” Rocchetta e della “tua” Madonnina.