Data | 12-07-2018 |
Categoria | Attualità |
Fonte | ZTC - Zone a Traffico culturale |
Sabato 14 e domenica 15 luglio (ore 10:00), presso la Casa del Custode delle Acque (Via Alzaia Sud, 3 - Vaprio d'Adda) si terrà la mostra “Il Corso delle Cose. Narrazioni e mappature dell’Adda".
La mostra, sviluppata all’interno del progetto ZTC - Zone a Traffico culturale, promosso da Parco Adda Nord con il contributo di Fondazione Cariplo e il patrocinio del Comune di Vaprio d’Adda, è stata il risultato di una Masterclass svoltasi tra ottobre 2017 a febbraio 2018 guidata da Marco Scotini, direttore del Dipartimento di Arti Visive di NABA, con Caterina Iaquinta, docente NABA, e la classe del II anno del Biennio di Arti Visive e Studi Curatoriali.
Il percorso della Masterclass, sviluppata all’interno del corso di Curatela, è stato articolato in più fasi e declinato in diversi gruppi di studio, suddivisi tra artisti e curatori, che hanno analizzato gli aspetti storico-archeologici, economici, sociali e architettonici dell’asse che lega il territorio tra Vaprio d’Adda, Crespi d’Adda e Trezzo sull’Adda.
La prospettiva d’indagine è stata condotta dapprima attraverso l’analisi di documenti e materiali d’archivio e, in seguito, con indagini sul campo, sopralluoghi, interviste agli abitanti abduani, raccolte di testimonianze di vita vissuta e rilevamenti ambientali, interventi, questi, volti ad esplorare gli esiti delle forme estrattive dell’industrializzazione sui territori più sfruttati dell’Adda dalla fine del XIX secolo ad oggi.
L’esposizione Il corso delle cose presenta il risultato di queste indagini attraverso opere realizzate per l’occasione con linguaggi contemporanei, insieme a riproduzioni e originali d’archivio.
A partire dagli esempi di archeologia industriale presenti nella zona, i lavori in mostra rileggono il rapporto tra gli insediamenti idroelettrici, le fabbriche e la formula utopica della “città-giardino”, insieme alla visione geologica e mitologica, ma anche materna e dispotica del fiume in una visione critica, volta ad evidenziare il rapporto contraddittorio tra neo-arcaismo e iper-modernità che tutt’ora caratterizza la vita sulle sponde dell’Adda.