Santa Margherita


Altitudine 440m.s.l.m.
Categoria Edifici religiosi
Comune Monte Marenzo


POSIZIONE
La chiesa di Santa Margherita è posta in cima al Monte Santa Margherita, al confine tra Torre de' Busi e Monte Marenzo.

STORIA
Circa le origini di questo insediamento ecclesiastico non vi sono elementi di certezza. Tuttavia la tesi più accreditata individua nella titolazione del sacello un importante indizio per collocarne la fondazione sul finire del XIII secolo. Tale datazione concorda con le tecniche di costruzione adottate, le semplici caratteristiche architettoniche dell'edificio e i recenti studi compiuti sul vasto ciclo pittorico all'interno che ne datano l'esecuzione tra il XIV e il XV secolo. Due sono le ragioni a cui legare la collocazione eccentrica dell'edificio sacro rispetto al centro di Monte Marenzo: L'una è la presenza di un elemento militare, l'altra è la dedicazione dei rilievi collinare di Monte Marenzo a Santa Margherita - attestata da alcuni disegni del XVI secolo - quale permanenza di culti radicati nelle pratiche di vita locali.
Complessivamente sono identificabili cinque fasi architettoniche distinte: la fondazione e i successivi restauri del 1742, del 1879, del 1939 e del 1983. Il 1787 segna il passaggio della chiesa, unitamente alla Parrocchia di San Paolo, dalla diocesi di Milano a quella di Bergamo. La documentazione acquista ha dimostrato una permanenza di un uso occasionale del manufatto in coincidenza alla celebrazione di funzioni religiose per la festività della Santa. I primi interventi documentati successivi alla fondazione risalgono al 1740, quando vengono commissionate opere di sistemazione del manufatto da parte della famiglia Mangili di Portola, frazione di Monte Marenzo, testimonati anche da una nota della viista vicariale del 1742. A questo restauro seguì un periodo di decadenza tanto che, nel 1858, il Vicario Gianfranco D. Girolamo Cattaneo lo descrive come «posto in un luogo deserto e abbandonato» e lo stato di conservazione del manufatto è compromesso.
Questa situazione perdura fino al 1879, quando vengono compiuti interventi di restauro non documentati. È verosimile imputare a questa fase la chiusura di una monofora nell'abside e l'apertura di due finestre in facciata. Nel Novecento i documenti riferiscono di un ennesimo peggioramento dello stato di conservazione. Nel 1939, così come è dichiarato sulla facciata del monumento, viene realizzato un nuovo intervento in cui viene rifatto il tetto.
L'ultimo e quinto ciclo di interventi ha inizio nel 1983. Si tratta di un intervento controverso e a cui corrispondono cospicue modificazioni dell'esistente quali il rifacimento del tetto, l'eliminazione dell'intonaco esterno, il rifacimento della pavimentazione interna ed esterna e interventi minori sugli elementi lignei delle aperture e delle luci.

CARATTERISTICHE
L'oratorio di Santa Margherita racchiude un repertorio di pitture che alcuni studiosi hanno seganalato come di eccezionale interesse, definendo il ciclo di affreschi delle Storie di Santa Margherita come tra i più pregevoli del Trecento lombardo. Le puntuali analisi successive ai restauri del 1992 e del 1994, riconducono i dipinti alla cultura figurativa bergamasca a cavallo tra XIV e XV secolo. La superficie affrescata, oggi completamente restaurata, ci appare frammentaria, a causa dei furti e del degrado, rispetto all'originale, che doveva interamente ricoprire le pareti della piccola navata, dell'abside e la controfacciata.
Dal punto di vista iconografico essi sono riconducibili a tre temi principali: gli Episodi della vita di santa Margherita d'Antiochia sulla parete meridionale e sulla controfacciata, la Majestas Domini nel catino absidale, a sua volta completata da altri soggetti nel semi-tamburo e dall'Annunciazione sull'arco trionfale, gli affreschi devozionale sulla parete settentrionale.

(contributo di Val San Martino Spot)


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